La tradizione della befana , legata ai canti di questua ed all’offerta di doni ai bambini, ha in Barga radici antichissime.
Nel quinto libro dei “malefici” degli statuti del 1414 si ordina che “nessuna persona ardisca, la notte della befana, di andare alla casa di qualsiasi persona di Barga a dire quelle disoneste parole le quali sono state dette per l’adietro sotto la pena di soldi dieci ……..”
Si trattava probabilmente di strofe irriverenti rivolte a coloro che si erano rifiutati di accettare la questua, canti che , nella sostanza , sono giunti ai giorni nostri.
Furono questi tradizionali canti di questua ad ispirare, nel 1897, a Giovanni Pascoli, figlio adottivo della nostra terra , una delle più toccanti poesie, La Befana:
Viene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana………….
Ancora oggi a Barga, nella vigilia dell’ Epifania, i bambini mascherati da befane vanno, di casa in casa per le vie bel borgo, a cantare all’ unisono la questua, per poi ritrovarsi in piazza Angelio, intorno ad un grande falò, tutti insieme per un vorticoso girotondo.
Alla sera poi entra in scena la Befana che, a cavallo di una scopa o di un asinello, entra nelle case per portare doni ai bambini buoni ed ai cattivi ………… carbone.
In Barga è operativa l' Associazione per le tradizioni ed il folclore della valle del Serchio-LA BEFANA che si prodiga per mantenere viva la tradizione della Befana.